sabato 6 marzo 2010

"Camorra" deriva da "Gomorra"? Appunti alla posizione di Massimo Pittau

L’illustre linguista Massimo Pittau, in un sito Internet facilmente reperibile se si cerca il suo nome, pensa effettivamente che l'appellativo camorra, indicante la ben nota organizzazione criminale napoletana, sia da collegare con il nome della famosa città biblica che, insieme a Sodoma, venne distrutta da Dio con una pioggia di zolfo e fuoco, perchè tutti i loro abitanti, nessuno escluso, erano immersi nel vizio della omosessualità. L’accostamento tra i due nomi (che al Pittau appare del tutto chiaro tanto da meravigliarsi del fatto che nessuno prima di lui lo avesse mai proposto, viste anche le più o meno impraticabili proposte espresse da altri linguisti al riguardo, che ruotano sostanzialmente intorno alla voce meridionale-napoletana morra ‘mucchio, gruppo, gregge, branco, banda, ecc.’ fatta precedere da un prefisso intensivo ca- da catà-) a me pare piuttosto aleatorio e più ascrivibile ad una casuale somiglianza fonica che ad un solido legame giustificabile in base a rigorosi criteri che non lascino il benchè minimo spazio per una critica onesta e sensata. Riconosco alla sua posizione il coraggio di chi vuole abbandonare le insostenibili ipotesi degli altri linguisti, ma nel contempo non posso accettare il criterio in base al quale egli sostanzialmente giustifica la sua proposta perchè, in tal caso, il termine camorra verrebbe ad essere estratto a viva forza (come un dente sano da un malaccorto dentista) dal contesto di termini corradicali in cui esso, a mio avviso, si trova ben inserito. Il gentile lettore mi perdonerà se, per amore di brevità, rimando l’analisi del termine in questione all’ultimo mio post del mese di febbraio intitolato Il romanesco ecc. “sgamare”..., oltre ad invitarlo a leggere l’articolo di Pittau sopra accennato.
Egli, in breve, sostiene che il passaggio da Gomorra a camorra sia avvenuto per traslato, attraverso il significato intermedio di «vizio, malaffare, malavita, delinquenza». A me sembra una bella forzatura mettere insieme il vizio così specifico della sodomia o, più in generale, della lussuria (al quale solamente fa riferimento il brano biblico) con tutti gli altri vizi dell’umanità, che possono allignare d'altronde più o meno diffusamente in tutti gli strati sociali, come il malaffare, la sopraffazione, l’imbroglio, ecc. e che non costituirebbero, in fondo, una caratteristica esclusiva della organizzazione camorristica, a tal punto da far scattare un automatico riutilizzo del nome della città biblica al fine di addossarlo all'organizzazione malavitosa che presumibilmente doveva già averne uno, a meno che non si voglia pensare che questa operazione si sia verificata proprio nel preciso momento in cui essa andava nascendo o acquistando forza . Se il termine camorra riguardasse una banda di pedofili allora sì che la connessione sarebbe inattaccabile! Per questo motivo, ma soprattutto per il fatto che, secondo me, la parola è ben inseribile, come ho già detto, all’interno di un nutrito gruppo di termini (cfr. il mio post più sopra citato) derivabili da una stessa radice, profonda e diffusa, non credo si possa accettare la proposta, per quanto coraggiosa, del Pittau in merito all’annosa questione dell’origine dell’ appellativo camorra.
Nel mio paese, come in tanti altri, la parola camorra non designava in genere nel linguaggio corrente l'organizzazione criminale corrispondente ma semplicemente un atto di frode, di imbroglio,di indebito e truffaldino guadagno. Il termine doveva essere uno dei molti riferibili a simili comportamenti come quello di imbroglio, truffa, raggiro, ruberia, carognata. Sicchè io penso che sia più naturale vedere nel termine camorra una normale designazione, agli inizi, di ogni azione furbesca o ladronesca prima che nascesse l'organizzazione la quale, con un processo altrettanto naturale, avrà continuato a ricevere quel nome che la designava probabilmente già prima che si formasse le ossa come organizzazione. Nessuno, prima di Pittau, aveva supposto la connessione fra i termini camorra e Gomorra, nè a livello popolare nè a livello dotto. Il libro Gomorra, noto bestseller di Roberto Saviano, in cui si parla della natura e delle attività della camorra, credo che non faccia testo al riguardo, vuoi perchè esso è posteriore (o forse è l'inverso?) all'articolo di Pittau, vuoi perchè la strada che porta al titolo di un libro da parte di un artista, o aspirante tale, è a mio parere solitamente ben diversa da quella battuta dalla lingua di tutti i giorni. Roberto Saviano avrà dovuto perlomeno sostare un po' a riflettere su quale fosse il titolo migliore per un libro sulla camorra e in quel frattempo avrà chiamato a raccolta, confrontandole, anche inconsciamente, tutte le sue conoscenze linguistico-letterarie accumulate nella sua vita, lasciandosi probabilmente alfine trascinare anche dal vezzo giornalistico in voga nei nostri tempi di avvicinare due termini fonicamente simili per ricavarne un effetto di sicura presa sul pubblico . La lingua lasciata a sè stessa difficilmente fa di queste operazioni come dimostra il fatto che in tanti secoli a nessuno sia mai venuto in mente, prima di Saviano e Pittau, di poter collegare e confondere la perdizione lussuriosa degli abitanti di Gomorra con la ferocia belluina e fraudolenta della camorra, nonostante la contiguità fonica dei due termini.
Quanto alla variante gamorra, dal Pittau ritenuta una "chiara e forte conferma della connessione dell'appellativo camorra col toponimo biblico Gomorra", non posso non sottolineare, con un senso di stupita e triste meraviglia, che l'esimio ed espertissimo studioso (non un linguista dilettante come me) glissa completamente sull'altra ed alta probabilità che questa pretesa connessione debba essere spiegata diversamente, nel senso cioè che essa sia soltanto una chiara e forte spia dell'incrocio di un preesistente appellativo camorra con il toponimo in questione noto, nella giusta pronuncia, lippis et tonsoribus per il suo ricorrere nelle prediche religiose e, per questo, difficilmente trasformabile in *Gamorra, come del resto è ribadito in qualche modo dal caso della variante gomorrèa (influenzata da Gomorra) per gonorrèa da lui citato, e di cui condivido la spiegazione.

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